COMUNICATO STAMPA n. 1106
‘Donne in vetrina’: il dibattito in aula su mozione di condanna nei confronti di Roberto Salvini (1)
Gli interventi di Monia Monni (Pd), Gianni Anselmi (Pd), Irene Galletti (M5S), Roberto Salvini
di Camilla Marotti e Ufficio stampa, 24 settembre 2019
Firenze – Monia Monni, Pd, ha presentato la mozione che è stata poi votata dall’aula, e parlando a nome di
Monica Pecori,
Serena Spinelli,
Irene Galletti,
Ilaria Bugetti,
Fiammetta Capirossi,
Lucia De Robertis,
Ilaria Giovannetti,
Elisabetta Meucci,
Alessandra Nardini ha chiesto formalmente di “stigmatizzare formalmente il pensiero disgustoso, offensivo e grave del consigliere Roberto Salvini; parole da censurare, e non certo il video che le rende pubbliche, e che hanno anche infangato la serietà e l’onorabilità dell’istituzione”. “La Lega, tardivamente e un po’ timidamente, ha provato a prendere le distanze da questa proposta – ha aggiunto –; ma rilevo che la richiesta della cancellazione del video è ancora attiva e che il consigliere è stato sospeso e non si è nemmeno scusato, né si è pensato a chiederne le dimissioni e a rimuoverlo dal suo ruolo di presidente della commissione Controllo, un ruolo incompatibile con chi ha una visione delle donne in vetrina, da vendere come bistecche, e vorrebbe farne una proposta di attrazione turistica”. Tutto ciò è “incompatibile con il ruolo di consigliere regionale, che invito alle dimissioni”. “Se non vi fossero le condizioni per rimuovere Salvini almeno da presidente della commissione – ha concluso Monni –, per noi non ci sarebbero nemmeno le condizioni per rimanere in aula”.
Gianni Anselmi (Pd), presidente della commissione sviluppo economico, condannando l’episodio e senza richiamare le parole già pronunciate in commissione, ha ricostruito i passaggi in quella seduta, quando certe affermazioni sono giunte parlando di turismo. “La vicepresidente cercava di richiamarlo alla moderazione dei toni, così alcuni colleghi apparivano sconcertati”. “Ho lasciato civilmente il collega Salvini terminare il suo intervento, perché sono fedele al principio che ciascuno è responsabile delle cose che dice”, ha chiarito Anselmi. Il punto, secondo il presidente, è che “la qualità della democrazia transita attraverso la qualità delle istituzioni”. E quello che va impedito è una “lesione delle istituzioni, della loro qualità, che è un interesse generale ed è un bene pubblico e collettivo”. Difendere la qualità delle istituzioni “è un dovere che attiene a ciascuno di noi” e la “riflessione, relativamente alla comunità politica, riguarda anche l’estetica dei comportamenti e le parole”. Anselmi ha informato di aver aggiunto la sua firma alla mozione.
“La questione non si è conclusa all’interno di quella seduta – ha spiegato
Irene Galletti (M5s), che della seconda commissione è vicepresidente – ha avuto una scia pesantissima, non solo per il singolo consigliere ma per tutto il Consiglio regionale”. Una scia “lunghissima”, ha sostenuto la consigliera, “che si è trasmessa in tutta Italia: in una intervista radiofonica, in articoli di giornali. Una vergogna, un affronto. In quei pochi minuti e con quella scia di contenuti degradanti siamo riusciti a offendere tante categorie umane e quello che è incredibile è che non c’è pentimento”.
“Ciò che diciamo nelle istituzioni, le nostre affermazioni – ha proseguito Galletti – hanno ripercussioni pesanti. Abbiamo una grande responsabilità, non possiamo permetterci di esprimere concetti aberranti. I nostri doveri e oneri sono più gravosi, se non si è in grado di svolgere il nostro compito con disciplina e onore, dobbiamo lasciare la nostra carica”, ha aggiunto rivolgendosi al consigliere Salvini. “Questa triste vicenda, questa bruttissima pagina serva a tutti per ritrovare la grammatica istituzionale. Altrimenti, meglio fare un passo indietro”.
Il consigliere
Roberto Salvini ha chiesto la parola in conclusione del dibattito: “Da questo momento non faccio più parte della Lega. Entrerò a far parte del gruppo misto. L’obiettivo che ho cercato di esprimere in quella commissione, poi sono stato interrotto, aveva un’altra finalità, che era quella di incrementare le opportunità di turismo nella nostra regione e far crescere la nostra economia”. Il presidente Anselmi ha subito precisato che “nessuno ha interrotto il consigliere in quella occasione”.
In quel contesto, ha proseguito Salvini, “ho fatto un esempio: ho detto che in certi paesi del Nord Europa, una realtà che era un problema è stata trasformata in una realtà produttiva. Attualmente, in Toscana abbiamo gli stessi problemi nelle nostre città e nessuno si preoccupa di affrontarli. Si tratta di una questione di sicurezza: mettere in sicurezza le nostre città, quelle lavoratrici che svolgono quell’attività, togliere l’evasione fiscale e togliere le mafie dalle nostre strade”. Il consigliere ha ricordato che “sono state diffuse notizie relative a un’aula secretata” e ha spiegato che non ha intenzione di dimettersi, “né da consigliere regionale, né da presidente della commissione di Controllo. Lo Statuto non prevede le mie dimissioni. Da concittadino e da consigliere – ha aggiunto – mi rimetterò alle decisioni che i miei colleghi voteranno”. A chi si è sentito offeso “chiedo scusa, se uomini e donne si sono sentite in difficoltà per quello che ho detto. Però – conclude – rappresento una parte di popolo estremamente tartassata, estremamente in difficoltà ed estremamente stufa di un modo di gestire le cose, bisogna andare a sistemare delle storture della nostra società. Questo è un dovere che mi spetta”. – segue –
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