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COMUNICATO STAMPA  n. 0322

 
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Ippica: le prospettive di una politica di filiera in Toscana

Un convegno, organizzato dalla commissione Agricoltura, ha cercato di valutare lo stato di salute degli ippodromi regionali, nel quadro del sistema ippico nazionale. Il presidente Rossetti: “La nostra programmazione verso l’intera filiera ippica”. Il vicepresidente Benedetti: “La Toscana ha raggiunto livelli di eccellenza internazionale”. L’assessore Salvadori: “La cosa più complicata è fare sistema”

 

17 marzo 2015

 

Firenze –Sono sette gli ippodromi toscani in attività: Torricella di Capalbio (Grosseto), Visarno di Firenze, Dei Pini di Follonica, Casalone di Grosseto, Caprilli di Livorno, Sesana di Montecatini Terme e San Rossore di Pisa. Qual è il loro stato di salute? Quali prospettive di sviluppo ha il sistema ippico regionale?
Gli interrogativi sono stati al centro del convegno “Gli ippodromi toscani nel quadro del sistema ippico nazionale. Prospettive per una politica di filiera”, organizzato dalla commissione Agricoltura del Consiglio regionale.
E’ stato il suo presidente Loris Rossetti ad aprire i lavori nella Sala degli Affreschi di Palazzo Panciatichi, soffermandosi sulla crisi che interessa già da molti anni tutto il settore, dagli allevamenti, alle corse, alle scommesse. “Molti degli ippodromi attivi in Toscana – ha rilevato - potrebbero ancora produrre un’economia locale specifica, specializzata, che risponda, oltre che a logiche sportive supportate dal sistema di scommesse, ad uno sviluppo rurale integrato con il territorio”. In questa prospettiva, Rossetti ha ricordato che la Regione ha cercato di indirizzare le proprie scelte verso una programmazione dell’intera filiera ippica, sia nel Piano regionale agricolo e forestale (Praf), sia negli interventi comunitari previsti dal Piano di sviluppo rurale.
“La Toscana ha il maggior numero di ippodromi, ha raggiunto livelli di eccellenza internazionale, ha le migliori scuderie di allenamento – ha sottolineato Roberto Benedetti- Sono in Toscana la più grande scuderia di allenamento del trotto, così come la più grande del galoppo. Ci sono le condizioni affinché la Toscana, tra le molte caratteristiche di eccellenza che la contraddistinguono, venga riconosciuta anche come la regione del cavallo”. 
Dopo le relazioni di Roberto Pagni, dirigente della Giunta regionale, e di Stefania Mastromarino, dirigente del ministero delle Politiche agricole, si è aperto il dibattito, coordinato dal giornalista Vieri Berti,con interventi dei rappresentanti locali e nazionali degli ippodromi e delle categorie ippiche. Al centro della discussione le incertezze dell’annunciata riforma del settore ippico nazionale, che rendono più complicata una politica organica a livello regionale, in grado, a partire dal cavallo e dagli allevamenti, come pure dalla formazione professionale degli addetti, di assicurare prospettive al settore. 
E’ stato l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, a concludere l’iniziativa. “Fare sistema è la cosa più complicata che si possa chiedere ad ognuno di noi, perché significa mettere in discussione le nostre certezze – ha osservato – Il mondo, ormai, fuziona sulle reti. Non c’è spazio per risposte individualistiche. C’è bisogno della vostra collaborazione competitiva, quella competizione che non punta a prendere il più possibile della torta data, ma ad accrescere la torta per dividersi quello che c’è in più. Sono queste le politiche di filiera, che puntano alla conquista di nuove quote di mercato”. (dp/s.bar)
 
 

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