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COMUNICATO STAMPA  n. 0051

 
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Inquinamento acustico: movida, audizione del coordinamento toscano residenti

In commissione Ambiente rappresentanti di comitati e associazioni chiedono miglioramenti alla normativa e alle linee guida regionali. Gianfranco Venturi (Pd): “Abbiamo trattato il problema con molta attenzione. Non siamo i superiori gerarchici dei Comuni”

 

15 gennaio 2015

 

Firenze – “La Regione Toscana ha affrontato il problema dell’inquinamento acustico e del disagio dei residenti in zone dove l’intensa e vivace vita notturna è particolarmente attiva con molto scrupolo e attenzione. Non siamo stati latitanti, ma non siamo nemmeno i superiori gerarchici dei Comuni”. È quanto ha dichiarato Gianfranco Venturi (Pd), presidente della commissione Ambiente in Consiglio regionale, al termine dell’audizione con il coordinamento toscano di comitati e associazioni di residenti. “Assumeremo le vostre testimonianze e gli atti che avete consegnato per continuare, nei limiti dei nostri compiti, il contrasto alle emissioni rumorose e chiedendo una ulteriore sensibilizzazione al problema da parte della Giunta regionale”, ha concluso il presidente. Da parte dei consiglieri intervenuti il riconoscimento del lavoro fatto dalla Regione è stato pressoché unanime. Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd) ha parlato di un problema “difficile che contrasta con troppi interessi”. “Le linee guida che la Regione ha varato sono tra le più severe d’Italia e hanno anche dei costi”, ha osservato riferendosi alle autorizzazioni in deroga. “I protagonisti principali sono i Comuni. Se la normativa è da affinare lo faremo, ma occorre che le amministrazioni cittadine ragionino in termini di localizzazione degli spazi”. “Il confronto è più che utile”, ha dichiarato Monica Sgherri (Rc/Ci). “Occorre incentivare l’informazione ai cittadini per quanto riguarda le deroghe concesse di cui spesso, se non sempre, nulla o poco si sa”. “Inoltre – ha continuato – è necessario un approfondimento sul rilascio delle licenze e sugli orari cui devono attenersi gli esercenti”. “Abbiamo una normativa avanzata in materia e l’abbiamo fatta anche con fatica visti i molteplici interessi. Il problema non sono le deroghe, ma il disagio quotidiano”, ha dichiarato Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia). “La Regione non è l’interlocutore ideale e d’altro canto non mi sembra che i Comuni abbiano individuato soluzioni efficaci. Non è stata fatta un’organizzazione urbanistica adeguata”. “Dobbiamo affrontare la questione con un profilo di governo serio. È impensabile che la Regione possa normare tutte le strade della Toscana”, ha detto Matteo Tortolini (Pd). “I Comuni sono obbligati a fare i piani di classificazione acustica individuando le aree più idonee. La legge toscana interviene sulle deroghe e, se rispettata, è molto vincolante”. “Occorre trovare una composizione tra diverse, e tutte legittime, richieste”. Le osservazioni avanzate dal coordinamento hanno, tra l’altro, riguardato il decreto del presidente Enrico Rossi 2/2014 e la delibera di Giunta 490/2014 ritenute “un passo avanti nella direzione della civiltà” e tuttavia “insufficienti a colmare il divario provocato da una deficitaria normativa nazionale”. (f.cio)

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